LA SINDACA APPENDINO MULTA I POETI – Maria Livia Mischitelli

Ma Rea detto lo Stendiversomio, poeta itinerante che fa appunto viaggiare la sua poesia da una città all’altra attraverso tutta l’Italia appendendo « il suo bucato poetico » in piazze o alle fermate degli autobus, è stato multato dai vigili urbani della città Sabauda per una cospicua somma di 240 euro per « modifica dell’arredo urbano » (articolo 7c del regolamento del comune). Due multe recapitate a casa perché hanno « indagato » per ritrovare il poeta trattato da vero teppista (non hanno nulla altro da fare questi vigili?)

Arredo urbano… Già l’espressione fà sorridere. Roba da giuristi in quest’era sempre più « giudiziaria » e regolamentata…

Oltre questo grande interesse per la decorazione e la « mobilia » da parte della squadra comunale e di chi la guida (la sindaca Chiara Appendino), viene comunque da chiedersi quale può essere la motivazione più profonda per una tale punizione nei confronti del poeta bolognese?

Ma davvero la poesia è percepita come un tale pericolo per la cittadinanza che verrebbe ad imbattersi nei versi di un poeta la cui colpa è volere divulgare quest’arte al maggior numero, ossia portare in piazza cio’ che in genere rimane nei libri ?

Ma è così pericoloso per un potere politico che le persone leggendo diventino più colte (perché di questo si tratta di cultura « popolare » nel senso più nobile della parola) e che forse si risveglino le coscienze in un’epoca di « grande sonno » (per fare riferimento al noto romanzo del grande Raymond Chandler) ?

E sarebbe ancora una volta il Popolo tutto, quello che va per le strade a lavorare o a passeggiare, ad essere ‒ ancora una volta ‒ colpito e punito da questa poesia non grata  vigente nella città di Torino?

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francesco filipponi
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