USCIRE DALL’EURO E DALL’EUROPA… VOGLIAMO FARE LA FINE DELL’ARGENTINA? – di Leonardo Coen

Vogliamo finire come l’Argentina di vent’anni fa? Io ci sono stato, e ho visto il disastro sociale ed economico del sovranismo, del populismo, della demagogia: la gente svendeva quel poco di prezioso che ancora aveva, mobili, quadri, argenteria, orologi, libri, gioielli, bici, moto, auto. Ipotecava le case, le banche volevano dollari americani, il mercato nero arricchiva pochi, affamava molti… i politici criminali che incitano al disastro per il loro miserabile tornaconto elettorale vanno combattuti, e cacciati. Non si tratta di limitare la libertà d’opinione ma di tutelarla, evitando le ininterrotte manipolazioni che inquinano i dibattiti (presunti) inscenati in tv dai complici dello sfascio, in Rete, sui media. Si va avanti a suon di slogan, di promesse per ingannare l’opinione pubblica fingendo che si difendono gli interessi degli italiani, scimmiottando Trump, First Italia è uno specchietto per le allodole. In questo rabbioso è pericoloso contesto pseudopolitico, ho letto un comunicato del Movimento Federalista Europeo, datato 28 Maggio 2018, e l’ho trovato non solo interessante ed equilibrato, ma ragionevole. Ve lo propongo.
“La drammatica crisi politica e istituzionale che si è consumata nella giornata di ieri ha visto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella adempiere ai propri doveri istituzionali con un comportamento coraggioso e lungimirante. Il suo gesto ha garantito sia la tutela e la salvaguardia della nostra Costituzione, sia il bene del Paese. Il suo è stato il più alto gesto di patriottismo che i cittadini italiani potessero sperare di vedere nella figura che in massimo grado rappresenta le nostre istituzioni democratiche e repubblicane.

Il Presidente, che ha impostato il suo atteggiamento durante il percorso post-elettorale alla massima disponibilità nei confronti delle due forze politiche uscite maggiormente premiate dal voto del 4 marzo, ha in questo modo isolato – e quindi svelato, rendendolo pubblico, e facendolo emergere dal groviglio di contraddizioni in cui si cercava di celarlo – il disegno eversivo che si nascondeva dietro alla formazione del governo “del cambiamento”. Un disegno orchestrato dalla Lega, condiviso non si sa con quanta consapevolezza dal Movimento 5 Stelle, che voleva provocare una crisi finanziaria drammatica, per portare il Paese in default e creare le condizioni per un’uscita dall’Euro.

Difficile immaginare che si potesse arrivare a concepire un piano così diabolico e criminale. La campagna elettorale è stata bruttissima, ma ha sostanzialmente ignorato il tema dell’Europa. I cittadini non hanno scelto su questa base a chi dare il proprio voto. Per quanto il segnale uscito dalle urne fosse di crisi profonda dell’elettorato, in generale e rispetto alla politica in particolare, nessuno ha ricevuto un mandato per far fallire il Paese e trascinarlo verso il baratro. Va anche ricordato che, per quanto il sostegno all’Unione europea sia molto calato in Italia, riducendosi a tratti a minoranza, la maggioranza dei cittadini pensa ancora che la soluzione non sia quella di chiudere le frontiere, tornare alla lira, fare bancarotta e cercare aiuto nella Russia di Putin; ma che la soluzione sia un’Europa più efficace, più solidale e coesa: un’Europa capace di proteggere e di misurarsi alla pari nel mondo con le grandi potenze, un’Europa unita politicamente, un’Europa federale. E questa non è un’utopia: la Francia sta proprio chiedendo di fare il passaggio ad un’Europa che protegge e che sostiene gli interessi dei suoi cittadini al proprio interno e nel mondo; è sufficiente che l’Italia capisca che è schierandosi su questo fronte che si coniugano l’interesse nazionale immediato e quello delle nuove generazioni.

Del resto, cos’è un default e quali prezzi paga la società dovremmo ben saperlo: lo abbiamo visto in tanti Stati dell’America Latina, dall’Argentina dei primi anni duemila al Venezuela di oggi, o nei paesi dell’ex-Unione sovietica; ed era uno scenario che si stava prefigurando in Grecia, dove, per fortuna, ha spaventato e riportato alla responsabilità la classe politica che pure aveva pianificato alcuni mesi prima (dichiarazioni rese poi pubblicamente) di hackerare i conti correnti dei cittadini per svuotarli dalla sera alla mattina, chiudendo tutti gli sportelli bancari, sospendendo ogni pagamento da parte del governo e dell’amministrazione pubblica e riducendo alla fame, letteralmente, due terzi della popolazione.

Il Paese si prepara ora a mesi drammatici, in cui lo scontro politico sarà altissimo e il tentativo di piegare la realtà dei fatti alle narrazioni strumentali e becere cercherà di soffocare il dibattito democratico. Tutte, e come Movimento Federalista Europeo sottolineiamo tutte, le forze democratiche devono capire che il Presidente Mattarella ha offerto un’ultima chance all’Italia per combattere, uniti, la giusta battaglia per la democrazia. Perché sia chiaro: fuori dall’Europa non solo c’è una crisi economica devastante, ma non c’è neppure possibilità di democrazia, perché un paese in ginocchio, che volta le spalle alle democrazie europee e alla sua stessa tradizione repubblicana, si ritrova privo di riferimenti e sostegni e si avvita nel caos e nell’inevitabile dittatura.

Sono scenari reali e non ipotetici. Questo significa che serve un soprassalto di responsabilità da parte di tutta la classe dirigente del Paese, anche quella che ha giocato col fuoco nelle scorse elezioni. Ora la posta è chiara e non ci sono più alibi: ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Vedremo se in Italia ci sono ancora forze sufficienti per difendere la democrazia ed il progresso o se il nostro destino sarà segnato”.
Ho tagliato le righe finali che sottolineano l’appoggio del MFE a Mattarella e l’invito a far parte del Movimento.

 

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