SALVINI STIA LONTANO DA DE ANDRE’ – di Alfredo Franchini
Il ministro “dei temporali” Matteo Salvini giura sulla Costituzione, ogni tanto lo fa sul vangelo e capita anche che spergiuri su Fabrizio De André di cui si è dichiarato un grande fan. Ora questo avrebbe sicuramente dato fastidio a Fabrizio per l’idea che del mondo ha Salvini e anche perché l’avrebbe preso come un piccolo fallimento personale. Come dire: o Salvini sostiene di aver ascoltato De André ma non lo ha fatto, oppure l’ansia di giustizia che contraddistingueva Faber non era riuscita a spostare di un millimetro l’animo del padano. Lascio a voi la soluzione del dilemma; io credo che volesse appropriarsi di De André per questioni di “opportunismo culturale”. Mi consola un piccolo episodio: alcuni secoli fa, Salvini si presentò nella vecchia sede della Fondazione De André per illustrare alcune sue idee o iniziative, non so bene, da attuare nel nome di Faber. Erano i giorni in cui il ministro dei temporali aveva appena presentato in Comune la proposta di riservare ai cittadini residenti a Milano le prime due carrozze della metropolitana. Si sa che per Salvini c’è sempre qualcuno che deve precedere gli altri: prima gli italiani e da consigliere comunale prima i milanesi. Diciamo che non era un bel biglietto di presentazione e così Dori Ghezzi gli chiuse la porta in faccia. Insomma, Salvini giuri su quello che gli pare ma non sul “quinto vangelo”, così come don Gallo definiva l’opera di De André.
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