CONFESSO CHE HO PAURA DI QUELLO CHE STA FACENDO SALVINI – di Nicola Forcignanò

LO CONFESSO: HO PAURA

La prima cosa di cui sento la necessità, svegliandomi, è la lettura dei giornali. Ovvio retaggio del passato, di un mestiere che mi obbligava a sapere, ad essere informato, a capire come un fatto veniva vissuto nel mio Paese
Ora, vivendo dall’altra parte del mondo, i siti dei vari quotidiani rappresentano una sorta di cordone ombelicale che mi tiene legato all’Italia. Certo, per essere informato. Ma, soprattutto, per cercare di annusare l’aria che si respira dove sono nato, dove ho vissuto per oltre sessant’anni, dove vivono i miei figli e i miei amici di sempre. E l’aria che respiro non è certo buona.
Per motivi anagrafici non ho vissuto gli anni in cui le leggi razziali sono entrate a far parte della storia del nostro Paese. Immagino, però, che l’aria fosse la stessa. Un’aria densa, spessa, carica di paura. Rispetto a quegli anni, abbiamo un vantaggio: sappiamo come allora andò a finire. Sarebbe troppo grave se la storia non ci avesse insegnato proprio nulla.
Per risolvere problemi che, è vero, nessuno prima ha mai voluto risolvere e che esistono per davvero, si stanno scegliendo i modi e le parole peggiori. Non si sta parlando con intelligenza all’intelligenza del Paese. Ma, vomitando veleno, si parla alla pancia di un’Italia che tutto vorrebbe essere meno che razzista. E’ vero che il sessanta per cento dei connazionali è stanco di un’invasione selvaggia, frutto della vergognosa politica dell’accoglienza della sinistra. Proprio per questo è una follia soffiare sulla rabbia del popolo.
Salvini mi fa paura, lo confesso. Uno che per amici ha scelto la Le Pen e i bravi ragazzi di Casa Pound e che come mezzo di locomozione la ruspa, non poteva fare diversamente, una volta che il potere gli ha dato alla testa. Che ci sia uno sporco mercato dietro a questo fenomeno dell’immigrazione lo sospettiamo in tanti. Per il ministro dell’Interno dovrebbe essere più facile che per altri smascherare i colpevoli e quelli che ne hanno tratto un guadagno. Prendersela con le vittime mi sembra la via più facile e meno dignitosa. Non è questo il cambiamento che gli italiani s’aspettavano.
La violenza chiama violenza, non è un luogo comune. Un politico, per quanto rozzo, dovrebbe saperlo. Così Salvini si dimentica d’essere ministro dell’Interno anche dei rom con passaporto italiano. “Purtroppo ce li dobbiamo tenere” è una frase da dire a Giorgetti, forse, ma non certo al Paese.
Stia attento a giocare con i problemi dei cittadini, anche quelli rom.

 

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