SIAMO DIVENTATI UN PAESE AMORALE – di Enrico Nascimbeni

 

Pasolini mi parlava con toni pacati di rivoluzione in casa di mio padre. Guardandomi fisso negli occhi. Mi spiace essere etero perché lo avrei baciato sulla bocca per digli grazie a modo mio.
In casa mia quando ammazzarono Pasolini mio padre si chiuse a piangere nello studio. Mia mamma continuava a ripetere “Assassini”. Non diceva assassino ma assassini. Fu una delle rare volte che mamma si fece abbracciare da me che ero totalmente smarrito. Come lei. Come papà. Come gli italiani perbene. Ha conosciuto l’odio vero, penso, mentre moriva massacrato e oltraggiato in un campetto di calcio.
Oggi penso a lui. A Pasolini. Penso a mamma e papà, Oggi che ci stanno lentamente ammazzando tutti.
Chissà cosa avrebbe scritto Pasolini del ministro degli Interni. Forse non avrebbe scritto nulla o lo avrebbe fatto a pezzi a modo suo. Cosa avrebbe scritto di questo Terzo millennio. Chissà. “Di uomini come lui ne nasce uno ogni secolo” disse Moravia nella sua orazione funebre.
Di uomini come lui non ce ne sono più dico io. Pochi sono gli uomini-donne che così si possono definire nel nostro paese.
Si piange di rabbia. Di impotenza. Di miseria. Reale , culturale e morale.
Siamo diventati un paese amorale.

 

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