AL CONCERTO DI EMINEM SI E’ SFIORATA LA TRAGEDIA – di Marinella Rossi

Distrutta ma felice. Eminem è un principe del rap e dello spettacolo, il concerto è stato straordinario. E lui e gli organizzatori sull’area Expo molto fortunati. Non è accaduto niente di davvero grave ma c’erano tutti i presupposti perché accadesse. L’organizzazione è stata penosa. Il deflusso angosciante. Le uscite dal prato non erano regolate e incanalate, la ressa soffocante, la folla immobilizzata fino alla claustrofobia. Ho visto ragazze che piangevano temendo di essere schiacciate, due di loro in debito d’ossigeno e crisi di panico mi sono svenute davanti agli occhi. Oltre un’ora dopo la fine del concerto il fiume d’uscita verso la Mm1 non veniva bloccato dalla polizia fuori all’aria e a scaglioni per consentire il deflusso, ma sotto al chiuso dove c’erano 45 gradi. Lì una sedicenne piangeva paonazza dicendo che si sentiva morire, un’altra ragazza più grande tremava che non succedesse niente, che tutti restassero tranquilli – se qualcuno si agita e sclera qui la gente rischia di schiacciarsi l’un l’altra.
Ora, per vedere l’unica e prima data italiana di Eminem venivano da tutta Italia ed Europa anche. Io di concerti ne ho praticati un bel po’ in anni vivaci – Bruce, U2, Rolling Stone, Dylan e tutti quelli che potrete immaginare. San Siro si riempiva come un uovo. Ma non ho mai visto una simile disorganizzazione al limite del pericolo. Se poi si aggiunge che nel chiedere acqua da portare a una ragazza semi svenuta, dagli stand di ristoro venivano risposte tipo – se sta male ci sono le ambulanze, l’acqua serve anche a noi. E se chi vende panini non dispone nemmeno di un coltello per dividerli a metà, mentre tutto è di una lentezza sconcertante a oltre un’ora dalla fine della performance, viene il dubbio che anche i concerti non sono più quelli di una volta. Ma Eminem è davvero un Rap God – ed è davvero molto fortunato.

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