MI HANNO BLOCCATO SU FB PER UN MESE PER AVER POSTATO UNA FOTO DI UN MIGRANTE TORTURATO IN LIBIA – di Enrico Nascimbeni
(Lettera del Direttore)
Essere bloccati per un mese da Facebook per aver postato una foto di profughi torturati dai libici. Mi è successo oggi.
Uno pensa a quello che ha fatto e fa nella sua vita. Il giornalista, lo scrittore e il cantautore. Non conta più nulla. Basta una segnalazione e vieni virtualmente azzittito come fossi un criminale della parola.
Non fosse altro che tra l’altro su Facebook svolgo un lavoro. Per un mese mi viene impedito di lavorare. Cioè di comunicare.
Non ho veramente più parole da spendere. Mi mancano le parole. Le ho perse. Sono addolorato e disgustato.
Quindi mi affido ad Eugenio Montale per esprimere tutto quello che sento.
“Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.”
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2 Commenti on "MI HANNO BLOCCATO SU FB PER UN MESE PER AVER POSTATO UNA FOTO DI UN MIGRANTE TORTURATO IN LIBIA – di Enrico Nascimbeni"
Hanno fatto bene. E si vede che non hai mai capito–ne hai ancora capito–Faisbuk: e’ nato ed e’ inteso–anche se spesso non succede–per mantenere contatti tra amici, amichevolmente. Non e’ mai stato un podio, od una tribuna per sventolare o propagandare le proprie idee (giuste o sbagliate che siano) ne’ per fare proseliti od aggiungere sostenitori alla propria causa–indipendentemente dalla bonta’ della stessa. Qui non c’e’ “liberta’ di parola,” c’e’ solo cordialita’ di rapporti. Chi vuole creare discussioni, lo facia altrove.
Lei è un imbecille.