I VICINI DI CASA – di Francesco Mazzini

 “Il paradosso del Super-Io: più obbedisci a ciò che quell’istanza pseudo-morale richiede da te, più ti senti in colpa”…”Si può essere certi che lo stesso valga per l’afflusso dei rifugiati: più l’Europa occidentale gli aprirà i confini, più sarà costretta a sentirsi in colpa perché non ne ha lasciati entrare ancora di più, perché non ne potrà mai lasciare entrare a sufficienza. In modo analogo, nel dare accoglienza ai rifugiati, più tolleranza si mostra nei confronti del loro modo di vita, più si è costretti a sentirsi in colpa per non essere tolleranti abbastanza: ai bambini musulmani non si dà il maiale nelle scuole, ma se il maiale che gli altri bambini mangiano gli desse fastidio? Alle ragazze si consente di andare a scuola coperte, ma se le ragazze del luogo mezze svestite dessero loro fastidio? Si tollera la loro religione, ma essa non è trattata con sufficiente rispetto dalle altre.”

In questo passo, tratto da “La nuova lotta di classe – Rifugiati, terrorismo e altri problemi con i vicini”, Zizek apre un problema fondamentale per l’Europa contemporanea: la tolleranza nei confronti dei rifugiati che continuano ad arrivare dall’Africa e dal Medioriente. Quanto possiamo tollerare? Vi è un limite alla tolleranza? Le idee contrapposte sono essenzialmente due: la prima è quella che appartiene ai cosiddetti “populisti” anti-immigrazione; la seconda è quella che Zizek affida alle idee della sinistra progressista di oggi, ovvero le politiche dell’accoglienza (apparentemente indiscriminata). La prima è quella che tutti noi, oggi, siamo abituati a sentire in ogni telegiornale, all’incirca in tutta Europa, con toni più o meno duri. La seconda, invece, ci viene presentata dal filosofo sloveno, come il volto speculare della stessa politica anti-migratoria, ma all’opposto. Alla fine risultano essere entrambi degli estremismi che non portano realmente alla soluzione del nostro problema: “Che fare?”. Zizek solleva questo problema non solo dal punto di vista politico, ma anche da un punto di vista psicanalitico, il quale si apre poi alla vita quotidiana, alla filosofia e alla politica. Ecco allora, che ritorniamo al passo presentato all’inizio. Appare il senso di rimorso. La tolleranza a volte si basa proprio su questo sentimento, il compatire l’altro, fino ad un’estremizzazione dello stesso, la quale porta ad annebbiare le problematiche che comporta la tolleranza indiscriminata. Ad oggi risulta evidente questo fenomeno: in una certa ala della sinistra contemporanea risulta fortemente marcata la negazione della problematicità della questione migratoria e dell’accoglienza (e integrazione) che ne consegue (certamente non risulta così grave il problema come viene presentato dalla destra, tuttavia, anche se fosse solamente una percezione della popolazione, già essa costituirebbe un problema). Chiaramente esistono dei limiti intrinseci alle varie culture che non consentono di arrivare al compimento reale di una società multiculturale dove vengono accettati tutti i diversi tipi di pensiero, visto che vi saranno sempre dei punti discordanti fra le varie culture, i quali andranno regolamentati e, quindi, verrà limitata la piena libertà di agire in base ai propri dettami culturali. Vi è, inoltre, il problema del “siamo tutti uguali” oppure “i rifugiati sono persone come noi”. Ne risulta una sorta di nascondiglio nel porto sicuro dell’umanitarismo. Umanitarismo che, però non può attuarsi, dato che per quanto esseri umani, ognuno di noi è diverso rispetto ad un altro. Da ciò consegue che io non potrò mai comprendere a pieno l’esistenza di un’altra persona (in realtà non si può comprendere nemmeno la propria persona), ne tantomeno quella di un rifugiato. Ci si chiede “E se farne la conoscenza ci rivelasse che sono più o meno come noi: impazienti, violenti, esigenti e in più, di solito, membri di una cultura che non accetta molti aspetti che noi percepiamo come autoevidenti?” La soluzione apparirebbe quella di non aiutarli, di lasciarli in balia dei loro problemi, non accoglierli o, ad esempio, chiudere i porti. Ma in realtà non è così. “Dovremmo piuttosto aiutarli perché è nostro dovere morale farlo, perché non possiamo non farlo se vogliamo rimanere persone decenti, ma senza il sentimentalismo che poi si incrina non appena ci rendiamo conto che la maggior parte dei rifugiati non sono persone come noi (non perché sono stranieri, ma perché neppure noi siamo persone come noi)”.

Il quadro complessivo che ne risulta non ci consente di immaginare una vera e propria società multiculturale, che rimarrà purtroppo nel nostro immaginario utopico. Vi potrebbe essere, tuttavia, una strada da percorrere insieme che ci consenta di convivere con diverse culture: trovare un principio, un sentimento di lotta comune. L’unica cosa che può unificare Europei, Africani, Arabi, Sudamericani ecc. è il riconoscimento di una lotta da portare avanti insieme. Ciò che ci accomuna deve essere uno stimolo a cambiare lo stato di cose attuale e ciò non sarà mai possibile se ci si isola e ci si arrocca nel proprio paesello, dato che ormai i problemi sono riconducibili tutti ad un livello più alto delle semplici politiche nazionali. Pensiamo ad esempio al problema ecologico o a quello economico. Fino a quando ci bloccheremo a ragionare su soluzioni semplici ed immediate, che hanno effetto solo a breve termine, senza guardare a prospettive future assai più accettabili e durature, non faremo altro che rallentare ciò che in realtà è inevitabile. Riconoscere che non possiamo pensare di arginare i problemi contemporanei con idee prettamente rivolte al nostro paese, ma che abbiamo bisogno di tutti i paesi, risulta a mio avviso evidente. Se ormai il mondo si muove in una fitta rete di relazioni globali, allora non possiamo continuare a pensarla singolarmente. Dopo aver globalizzato l’economia, lo sfruttamento, le diseguaglianze, è necessario che ci si muova in una direzione che ci consenta una volta per tutte di globalizzare anche i diritti dell’uomo e per farlo occorre un movimento globale, che includa ogni persona, di ogni cultura o religione.

 

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