UN’UMANITA’ ORFANA DI SENSIBILITA’ – di Mohamed Ba

Un enorme e lungo ponte collega l’Atlantico col Mediterraneo. Lungo questo ponte è persino consigliato spogliare, rubare, minacciare e imprigionare i migranti. A parole hanno tutti contro e nella realtà non ci fossero bisognerebbe inventarli. Città morte rifioriscono e cantieri senza manodopera fanno turni anche di domenica. Foraggiano le dogane e giustificano i controlli. Non parliamo delle compagnie di trasporto e dei locandieri, che assicurano i transiti. Le case informali di tolleranza hanno nuove emozioni da proporre ai clienti del posto e a quelli occasionali. Piovono milioni per creare industrie per scoraggiare i viaggi e agenzie che sui migranti si arricchiscono. Anche l’Unione Europea imbastisce su di loro progetti senza inizio e soprattutto senza fine.
Non parliamo dei politici locali per i quali la migrazione è una manna. Assordante il silenzio per i drammi quotidiani creati da esportatori di mano d’opera con meno problemi da risolvere per i governi. Le rimesse aiutano a compiere quanto sparisce per la corruzione. Il ponte adesso, che si definisce, è quello indifferente o ricattatorio in faccia alle convenzioni internazionali sulla protezione e tutela dei minori. Un ponte che va a ritroso rispetto all’altro fatto di sabbia, vento e anni di esilio. Tra i due sboccia il fragile ponte invisibile che si chiama Umanità ma è un’umanità orfana di sensibilità.

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