COMUNISMO E FASCISMO SONO LA STESSA COSA? MA NON DICIAMO CAZZATE – di Gianluca Tizi
Questa pessima abitudine di dire che comunismo e fascismo sono la stessa cosa.
Il Comunismo nasce come una forma radicale di riscatto dalla sopraffazione delle classi meno abbienti (soprattutto la classe operaia e il proletariato rurale) da parte della borghesia imprenditoriale (i “padroni”, tanto per intenderci…) dopo la seconda rivoluzione industriale.
Marx teorizza in un’epoca nella quale bambini anche molto piccoli lavoravano fino a 12-13 ore al giorno in miniera o in fabbrica per un salario da fame e senza nessuna tutela.
Pertanto, la realizzazione pratica del comunismo ha rappresentato una formidabile (e concreta!) speranza di riscatto radicale per milioni di oppressi e sfruttati di tutto il mondo.
Ritengo che senza l’idea di comunismo, e senza un forte movimento operaio, molte delle conquiste dei lavoratori (che adesso diamo per scontate e che ormai rischiano continuamente di essere spazzate via dal neoliberismo dilagante), ad esempio le otto ore lavorative, la settimana corta, le ferie pagate e la pensione, probabilmente non sarebbero state ottenute.
Che poi la realizzazione pratica del comunismo abbia comportato orrori indicibili, i gulag sovietici, le delazioni, Stalin, Pol Pot, etc. etc., non cambia la sostanza dei fatti: l’idea di una società senza privilegi, dove a ognuno fosse garantito l’essenziale per vivere, insomma una società di Uguali e Liberi era un’idea straordinaria, rivoluzionaria, che ha comportato cambiamenti radicali nella nostra società al di là del fallimento delle sue applicazioni pratiche.
E invece il fascismo? Il fascismo nasce in Italia come movimento di reazione alla crisi economica derivante dalla prima guerra mondiale e cavalca abilmente gli ideali di patria e di orgoglio nazionale (i colli fatali, la superiorità della nostra civiltà nei confronti della altre, etc.) ponendosi da subito, violentemente (manganello e olio di ricino, tanto per intenderci e nella migliore delle ipotesi) a difesa degli interessi della borghesia, soprattutto agraria, contro le sacrosante rivendicazioni di operai e contadini.
Il resto è il nulla assoluto: razzismo, maschilismo (il ruolo della donna fascista è ridicolo), le orripilanti leggi razziali del 1938, la sistematica oppressione degli oppositori, degli omosessuali, dei “diversi”.
In altre parole: il comunismo ha prodotto orrori a partire da un’idea di base di uguaglianza e giustizia sociale tutto sommato largamente condivisibile, il fascismo invece si basa fin dalle sue basi ideologiche su una visione del mondo violenta e prevaricatrice.
Non mi sembra una differenza da poco! l Comunismo nasce come una forma radicale di riscatto dalla sopraffazione delle classi meno abbienti (soprattutto la classe operaia e il proletariato rurale) da parte della borghesia imprenditoriale (i “padroni”, tanto per intenderci…) dopo la seconda Rivoluzione industriale.
Marx teorizza in un’epoca nella quale bambini anche molto piccoli lavoravano fino a 12-13 ore al giorno in miniera o in fabbrica per un salario da fame e senza nessuna tutela.
Non mi sembra una differenza da poco!
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