GRETA LA BAMBINA CHE NON VUOLE CHE LA TERRA MUOIA – di Cecilia Strada
Greta ha quindici anni, è svedese e sta saltando la scuola per protesta: ha scoperto il cambiamento climatico e si chiede perché gli adulti non facciano niente (o abbastanza) per affrontare il problema. La guardo e penso: ha ragione lei. La guardo e penso: il mondo è suo, non mio. Anzi, il mondo è dei suoi nipoti, non suo, non mio. E per affrontare temi come questo bisogna guardare lontano, bisogna guardare agli orizzonti dei nipoti di Greta, non ai nostri. A pensarci bene, quasi tutto quello di cui abbiamo disperatamente bisogno (il clima, l’acqua, la terra, l’istruzione, la salute) ha bisogno di investimenti sul lungo periodo. Investimenti che magari non ripagheranno alle prossime elezioni – anzi, nel breve periodo potrebbero essere solo “un costo” o “una gran seccatura”: investimenti che fioriranno per i nipoti di Greta. Abbiamo bisogno di politici così, che guardino fin là. Perché finché guarderanno solo all’orizzonte della propria rielezione non andremo da nessuna parte. I nostri nipoti, soprattutto, non andranno da nessuna parte. E forza Greta
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