UNA GIORNATA DI ORDINARIE MOLESTIE NEI CONFRONTI DI UNA RAGAZZA? IO L’HO APPENA VISSUTA – di Elena Cocco

Le dieci e un quarto del mattino. Esco di casa per andare in palestra, non avendo l’auto disponibile e poca voglia di farmela a piedi sapendo l’allenamento che mi aspetta, il pullman è l’unica soluzione anche se mi tocca attraversare il sottopassaggio per arrivare in paese, lo stesso che ho sempre fatto, per uscire con gli amici, per andare dal mio ragazzo, per andare sulla pista ciclabile a correre, quello che però per un po’ ho evitato di fare sola.

Perché da sola per un po’ non sono più voluta uscire, perché mi sono murata in casa per settimane in preda alle mie ansie, perché mi avevano fatto paura ed era stata colpa mia, perché le ragazze troppo carine (che io carina non mi sono vista mai) la sera non devono uscire da sole perché attirano l’attenzione. Però oggi non era sera, il sole non stava tramontando ed io ho ancora indosso le scarpe da ginnastica, una maglietta di mio fratello, i capelli raccolti e un borsone pesante, eppure un tizio (italianissimo) in bicicletta non ci ha pensato due volte a venirmi dietro per chiedermi se ci conoscevamo, per sapere il mio nome, molestandomi e facendomi indietreggiare a passo veloce perché quel sottopassaggio ha un punto cieco ed io, finché tu non te ne vai, non lo oltrepasso. E mi chiedo, dunque, è mia la colpa anche stavolta? Le ragazze troppo carine non devono uscire di casa nemmeno in pieno giorno oppure c’è qualcosa che comincia a non funzionare più?

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