REATO DI UMANITA’: ARRESTATO IL SINDACO DI RIACE. L’ITALIA SCENDE IN PIAZZA IN SUA SOLIDARIETA’ – di Enrico Nascimbeni e Roberto Saviano
ROMA, OGGI IN PIAZZA ESQUILINO, E IN QUESTI GIORNI MILANO E ALTRE CITTA’ ITALIANE, SI MOBILITANO (E SI MOBILITERANNO) IN SOLIDARIETA’ DEL SINDACO DI RIACE
Mimmo Lucano è stato arrestato stamattina.
Colpendo lui, si cerca di arrestare un’idea di convivenza, un’idea di società di pace.
Per questo vogliamo mobilitarci ora, subito.
Per portare a Mimmo la nostra solidarietà, per fargli sentire che non è solo, per guardarci e riconoscerci in strada nel momento in cui le istituzioni usano tutte le loro forze per stroncare un’esperienza che ha mostrato come si possa davvero costruire un altro mondo.
Riace era disabitata, oggi vive in un incontro di culture e persone di diversa provenienza. Riace ha dato uno schiaffo a chi ha dipinto il fenomeno migratorio come un problema, come una paura. Riace, nel suo piccolo borgo, ha dimostrato a tutt@ che la realtà è in mano nostra e che non c’è nulla di già scritto.
L’accusa avanzata contro il sindaco Mimmo Lucano è quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato legato alla condizione di esseri umani dichiarati fuori legge solo per la mancanza di un foglio, di un timbro. Lo stato, oggi, fa la guerra al sindaco di un piccolo paese calabro perché ha cercato di aiutare degli esseri umani, perché ha deciso di rimboccarsi le maniche e lavorare davvero per costruire un mondo diverso.
Scendiamo in piazza, quindi, perché abbiamo imparato da Mimmo che l’indignazione non basta, la speranza non serve: bisogna conoscere e impegnare mente e corpo in prima persona.
CI vediamo oggi pomeriggio, martedì 2 Ottobre, alle 17.30 a piazza dell’Esquilino per chiedere a gran voce che Mimmo Lucano venga lasciato libero.
SCRIVE ROBERTO SAVIANO:
Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari.
La motivazione è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La verità è che nelle azioni di Mimmo Lucano non c’è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile.
Disobbedienza civile: questa è l’unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti. Perché tutti abbiamo il diritto di vivere una condizione di pace sociale, tutti abbiamo il diritto di vivere senza cercare colpevoli, e se il Ministro della Mala Vita, Matteo Salvini, ha subito individuato in Mimmo Lucano un nemico da abbattere, il Pd non ha mai compreso che se davvero voleva ripartire da qualche parte per ritrovare un barlume di credibilità (ora è troppo tardi), avrebbe dovuto farlo da Riace, da Mimmo Lucano. E invece Mimmo è solo, e la Bossi-Fini è ancora lì a inchiodare, a bloccare chiunque decida di accogliere e di salvare vite. Legge-obbrobrio, frutto del peggiore berlusconismo, ma che nessun governo ha osato cambiare.
Mimmo Lucano lotta contro una legge iniqua, e lotta da solo. Una legge che vede dalla stessa parte – e silenziosamente coesi – tutti: quelli che io oggi considero i nemici politici della democrazia, ma anche i governi che hanno preceduto questo: tutti a vario titolo responsabili diretti di questi infausti tempi.
Vi sembra possibile che il problema della Calabria, terra di narcotraffico e corruzione criminale, sia l’immigrazione? Mimmo Lucano è stato arrestato anche per “fraudolento affidamento diretto della raccolta rifiuti” eppure mai si legge negli atti della Procura di Locri che abbia agito per guadagno personale, anzi, si sottolinea il contrario. Mi domando di quanti amministratori si possa dire lo stesso.
E proprio oggi che il dramma principale dovrebbe essere l’analisi di un Def catastrofico, il problema del Paese deve necessariamente essere l’immigrazione, deve essere Mimmo Lucano, che invece ci stava mostrando la soluzione, ovvero come rendere virtuose accoglienza e integrazione. Il razzismo usato come arma di distrazione di massa.
Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell’Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche.
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