CARO PD, LA VICENDA DI RIACE RIGUARDA PURE NOI – di Pierfrancesco Majorino

Non sopporto il richiamo, ridicolo, “e allora il PD?!”, quando questo riguarda i disastri dell’attuale governo. Le azioni disgustose di Salvini o le follie della Casalino e Associati, hanno spessissimo dei responsabili assoluti e sono loro.

Tuttavia, a volte, qualcosa, dobbiamo dircelo pure tra noi altrimenti non facciamo altro che continuare a sbagliare.
La vicenda di Riace ha un indiscutibile significato politico.
Salvini la cavalca oscenamente ed è evidente che dalle parti di chi ha disposto l’arresto (per me folle) sia arrivato il vento del clima che si sta vivendo. Per non parlare della RAI che censura le sue fiction, i commenti di regime e così via. Su questi aspetti persone come Saviano hanno ragione.

Tuttavia, ripeto, tuttavia, c’è un problema.
In questi anni nei quali abbiamo governato non abbiamo minimamente messo mano, in modo adeguato, all’organizzazione dell’accoglienza.

Ci siamo concentrati sul garantire – almeno nei primi tempi- il sacrosanto soccorso in mare ma non abbiamo mosso un dito per migliorare le cose in terra.
E quelli che tra noi lo dicevano venivano tacciati di disfattismo e di terzomondismo. Oppure venivano bellamente ignorati.
Certo la responsabilità, ancora una volta, non è stata solo nostra.
La destra che ha continuamente – anche e soprattutto dall’opposizione, con il suo armamentario di trasmissioni televisive – soffiato sul fuoco della paura e dell’emergenza non ha facilitato il compito.
E però, diciamocela tutta: il sistema nazionale dell’accoglienza fa schifo.
Lo SPRAR non è stato sostenuto a sufficienza, le buone pratiche delle città che hanno inventato proprie strade da percorrere sono state a malapena tollerate.
E tutto questo, al contrario di quel che si dice, proprio al contrario, è avvenuto non perché “la sinistra volesse accogliere tutti” ma perché la sinistra ha avuto paura ad andare fino in fondo nell’accoglienza.

Così si è creato un sistema nel quale hanno convissuto Riace e i suoi tentativi di cavarsela, il CARA di Mineo, il sistema di Milano, gli SPRAR di decine di città, il sacrificio di Lampedusa, la moltitudine di Comuni che se ne sono fregati – tanto ci pensavano gli altri -, la corruzione, l’accoglienza di persone non identificate pagata regolarmente dallo STATO (perché tanto poi se ne vanno in Europa), l’assenza di controlli nazionali (a Milano abbiamo dato vita a un microcomitato volontario di Controllo a noi esterno sui nostri centri: quando lo abbiamo raccontato a Roma ci hanno trattato come degli eroi), la totale inesistenza di piani nazionali sull’integrazione (e bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere che l’unico Ministro – tra tutti quelli che a vario titolo se ne sono occupati negli anni – ad aver iniziato ad affrontare il tema sia stato Marco Minniti), l’ambiguità di sempre di come trattare gli irregolari che finiscono per le strade.
Per non parlare dell’oscena Legge Bossi-Fini rimasta in piedi.
Certo ci sono stati tanti Prefetti perbene, tanti servitori dello Stato seri, numerosi amministratori capaci, splendidi operatori sociali e volontari da ringraziare.
Ma è mancato un progetto politico nazionale adeguato al tema.
Dirselo non significa, in maniera paranoica, ripetere il mantra “E allora il PD” ma vuol dire ragionare a sinistra su come costruire nuove proposte.
Le basi di partenza non mancano. Stanno proprio dalle parti delle città che hanno fatto sperimentazioni e scelte in solitudine.
O nei cassetti del Viminale.
O nella proposta Ero Straniero.
E di questo bisogna avere il coraggio di parlarne ora.
Perché la vicenda di Riace richiede una risposta politica.
Non solo emotiva.
Aggiungo un PS: alcuni mi scrivono bella autocritica.
In realtà la mia è una critica. Che faccio dal 2013 totalmente ignorato (come tanti altri) dal e nel PD.

 

Lascia una recensione

Lasciaci il tuo parere!

Notificami
avatar
wpDiscuz