IL MIO VENETO E’ RAZZISTA ANCHE PERCHE’ LA CULTURA E’ MORTA – di Luca Calvi
Sentite, non nascondiamoci dietro ad un dito. Il razzismo esiste, è risorto dalle fogne, è stato sdoganato e la mia Magnifica Terra Veneta non è immune a quella vera e propria malattia cerebrale. È il risultato di decenni di delegittimazione della cultura, della convivenza, di ciò che era stato ottenuto in decenni di lotte… È una regressione paurosa. Guarda caso, quelli che di giorno non vogliono essere serviti da una sporca negra sono gli stessi che la sera contrattano per strada le prestazioni perché” quelle sì che sono donne”. Già, donne, le stesse che non capiscono di essere già nel mirino dei razzisti deculturati… Il fastidio con cui si guarda ad una donna perché è bella e brava, l’odio verso chi avanza una propria idea invece di far vedere le tette… Ed ecco che arriva l’onda maleodorante di chi vuol tornare indietro rispetto alla 194… E magari a breve tornerà a parlare di donne come di esseri che non devono studiare, ma solo procreare. Come e peggio di altre religioni che gli stessi indicano come nemiche. Lo ripeto, da veneto al 110%: andé a cagar su l’ajo poro e netéve el dadrìo co e ortighe! Dopo co chee ortighe neteve el muso. (Andate a cagare sui porri e pulitevi il didietro con le ortiche. Dopo con le ortiche pulitevi la faccia).
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